Chi ci segue su questo blog ed ha letto gli articoli sulle dogane e sul comportamento dei doganieri, potrebbe aver maturato la convinzione che noi sosteniamo l’entrata delle merci nel mercato UE senza alcun controllo ed in modo assolutamente libero.
La verità è l’esatto opposto.
Contestiamo l’applicazione scorretta del regolamento 765/2008/CE, cioè di una legge europea che vale per tutti i soggetti europei, quindi anche per i doganieri e che spiega in modo chiarissimo, come debba avvenire il transito delle merci attraverso le dogane: sempre e comunque entro 3 giorni lavorativi (testo della legge).
Alla luce di questa legge, non comprendiamo e nessuno ci ha mai spiegato come si giustifichino: blocchi di merce che durano mesi, seguiti da un non luogo a procedere del MISE, senza neppure un rigo di scuse e senza ovviamente alcun rimborso del danno arrecato a migliaia di onesti importatori.
Non ci sembra neppure il caso di commentare la dichiarazione pubblica di quel funzionario della direzione centrale delle dogane che affermava in sintesi: è vero che il Regolamento impone che le merci debbano transitare in dogana in un tempo non superiore a 3 giorni lavorativi, ma siccome noi (plurale maiestatis o lui con i suoi omologhi) abbiamo ritenuto che il regolamento sia inadeguato, tratteniamo la merce quanto vogliamo! Si tratta di dispregio della legge e del diritto, affermato da un funzionario dello Stato. Normalità!
In quel Regolamento c’è scritto esattamente come si devono comportare le autorità preposte al controllo, per combattere il commercio di prodotti pericolosi, basterebbe leggerlo ed applicarlo, invece di parlarne come se fosse un argomento da bar sport.
Noi vorremmo che le merci che entrano nel mercato UE fossero sicure e che la salute di tutti i cittadini europei fosse salvaguardata, ma non è così, nonostante gli apparentemente intransigenti controlli doganali.
A tale proposito abbiamo ricevuto una richiesta da parte di un funzionario doganale molto disponibile e molto cortese che ci chiedeva un parere sulla marcatura CE cioè se fosse obbligatoria o meno sulle spine multiple da inserire nelle prese domestiche ed abbiamo approfittato spudoratamente della sua disponibilità.
Abbiamo discusso del problema specifico e poi abbiamo portato la discussione sui controlli, a nostro avviso illegittimi, eseguiti in dogana.
Questo simpatico signore, ci ha detto che è vero che il regolamento fissa in 3 giorni il transito, ma che lui fa parte dell’ufficio antifrode e per tale ragione è libero (anche lui) di trattenere la merce fino a che il controllo non fosse arrivato a compimento. Come se per stabilire se un marchio CE o un logo di una nota marca, sia contraffatto o meno, ci volessero giorni. Contraffazione ha un significato ben preciso e diverso da non conformità, e la non conformità non si verifica in dogana.
Tralasciamo il fatto che il pur simpatico funzionario confondeva la direttiva 2001/95/CE “Sicurezza generale dei prodotti”, con il Regolamento 765/2008/CE “Entrata e circolazione dei prodotti nel mercato UE”, ma lui sosteneva che per motivi di contraffazione è possibile fermare la merce in dogana. Se questo fosse vero avremmo due leggi sullo stesso territorio e che sono in contrasto tra loro. Così denunciando la nostra ignoranza sulla contraffazione, abbiamo chiesto al gentile e paziente funzionario, se per cortesia ci farà avere gli estremi della legge che gli consente di comportarsi in questo modo, a Suo dire legittimo. Attendiamo speranzosi.
Alla fine della nostra telefonata abbiamo chiesto a cosa servono questi controlli a spot, se di fatto la stragrande maggioranza delle merci che arriva in dogana potrebbe essere respinta per palese e dimostrabile non rispetto delle direttive europee. Infatti TUTTE le direttive impongono che chi immette un prodotto nel mercato UE dimostri che esistono delle procedure di controllo della produzione e delle procedure che dimostrano la costanza della qualità dei prodotti.
Tali procedure, a parte i casi delle multinazionali con sedi nel Paese di produzione ed in UE, NON sono MAI presenti e quindi miliardi di prodotti dovrebbero essere respinti senza alcuna necessità di controllo e senza necessità di una convenzione onerosa con un primario Istituto italiano, pagato per rilasciare pareri inutili dopo controlli assolutamente inesistenti (ne abbiamo prova certa).
A questo punto la risposta è stata: lo sappiamo, ma queste decisioni non spettano a noi.
Quindi applicare delle leggi inesistenti o in contraddizione con altre, per bloccare la merce e far finta di proteggere la nostra salute SI, applicare correttamente le direttive, respingere pressoché tutte le merci provenienti da fuori UE, salvaguardando la nostra salute e la nostra economia NO!
Però che coerenza!
Ora, Vi sembro un sostenitore del transito delle merci in UE senza controllo?
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