Come evitare la disinformazione

La disinformazione spesso è mistificazione e si evita conoscendo gli argomenti di cui si discute.

Gli utili idioti ci sono sempre stati!

Sono quei soggetti che per vari motivi, non necessariamente per interessi economici, si mettono a disposizione dei tipi più disparati, facendo delle affermazioni destituite di qualsiasi fondamento, ma che generano confusione nella pubblica opinione o istillano velate calunnie o false informazioni, che tendono a ribaltare la realtà e la verità.

Questi episodi sono sempre avvenuti, ma con l’avvento dei moderni sistemi di informazione, sono diventati molto più incisivi e quindi pericolosi.

Non a caso è stato coniato per il web il temine di fake news, per catalogare le notizie false pubblicate in internet, ma ci sono anche altri modi di rendersi “utili” a favore di chi ha interesse a confondere le acque, da parte di questi idioti, per professione o vocazione.

Di notizie al limite del surreale ne sentiamo tante e provenienti anche da autorità dello Stato, dalla galleria del Brennero, al tunnel per i neutrini dalla Svizzera al Gran Sasso, ma l’ultima in ordine di tempo è squisitamente “tecnica“.

A fronte del silenzio tombale dei tecnici, sulle cause più che evidenti del crollo del ponte Morandi, abbiamo appreso in questi giorni, che una possibile causa del crollo potrebbe essere stata la caduta di un rotolo di lamiera da un camion e che avrebbe avuto l’effetto di una cannonata.

Precisando che il rotolo risulta ancora fissato al camion precipitato per intero dal viadotto e questo è testimoniato dalle foto e confermato dagli inquirenti, vediamo più in dettaglio gli aspetti “tecnici” di questa idiozia.

Pur ammettendo che un rotolo di lamiera del peso di 35 quintali, cada da un camion, al massimo potrà creare sulla pavimentazione qualche danno superficiale. Come si può pensare che un carico che è centinaia di volte inferiore a quello che una struttura del genere dovrebbe sopportare, ne possa causare il crollo?

C’è inoltre un altro dato da considerare, ovvero, ammesso e non concesso che quel carico fosse caduto, avrebbe impattato sul manto stradale con un’inclinazione dipendente dalla velocità del mezzo, quindi l’impatto sarebbe stato distribuito su un’ampia superficie, come succede agli sci sulla neve, a bassa velocità tendono a sprofondare, ma a velocità elevata rimangono sopra la neve perchè il carico si distribuisce su una superficie che aumenta con l’aumentare della velocità.

Quel rotolo non avrebbe creato danni se fosse caduto dal veicolo fermo, men che meno dal veicolo che viaggiava a non meno di 80 km/h.

L’ipotesi  dell’effetto cannonata, così definito dal genio di turno, forse si otterrebbe se il rotolo cadesse in verticale sul ponte alla velocità di 80 km/h, cosa impossibile da realizzare se non lasciandolo cadere da un elicottero.

Per chi vuole cercare un capro espiatorio nella fatalità o magari in qualche persona sconosciuta che ha fissato male quel carico, o nel povero camionista precipitato, non ci sono limiti all’indecenza intellettuale. Tutto, purché non ci si convinca che la caduta del ponte ha origini evidenti e note: errore concettuale di progetto, a cui si potrebbe eventualmente aggiungere l’errore costruttivo, a cui si aggiunge senza dubbio l’incuria ed il mancato intervento di sospensione dell’utilizzo.

Che gli stralli in cemento armato precompresso fossero inadatti allo scopo a cui sono stati destinati, lo dimostra tra le altre cose, il fatto che gli interventi di “correzione” ancora evidenti sui tiranti rimasti in funzione, siano rappresentati da dei profili in acciaio posti all’esterno delle travi in cemento, per imbragarle e sostituire al cemento, del tutto inutile per i carichi di trazione, una struttura in acciaio, da sempre utilizzato per questi scopi.

Ma sappiamo bene che questo è il Paese in cui qualsiasi spiegazione va bene allo scopo di non far pagare nulla ai veri responsabili degli incidenti e dei disastri che sono sempre più ricorrenti.

Nessuno avrà mai la responsabilità della mancata manutenzione del suolo, che come si sa non porta voti, così tutti i morti ed i danni conseguenti saranno addebitati al destino che, ingrato, non tiene conto dell’incapacità di chi ha il dovere di fare e non fa, perchè non vuole o perchè non sa.

A chi importa se una famiglia di 9 persone muore in una casa che non doveva esistere? Ecco pronta la spiegazione: gli avevamo detto di andarci solo d’estate. Quindi la colpa è di chi è morto, così come del rotolo di acciaio mai caduto sul ponte.

Per spiegare ciò che è evidente, trasformando la realtà in fantastica idiozia va bene tutto, d’altronde la creatività è un segno distintivo di questo popolo.

Nota: è dimostrato che l’80%  delle informazioni pubblicate sul web tende a far credere che il ponte è crollato per cause non addebitabili alla società che lo aveva in gestione o a chi lo ha progettato e costruito, ovvero è caduto da solo o per colpa del rotolo di acciaio.

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