Per spiegare e giustificare il blocco in dogana di una partita di merci (tablet), un funzionario del MISE scrive in un documento ufficiale:
“Inoltre non è stata fornita dall’importatore nessuna documentazione o certificazione prevista dalla Direttiva 2014/35/UE”
Però tale Direttiva recita testualmente: “La presente direttiva non prevede alcuna procedura di valutazione della conformità che richieda l’intervento di un organismo notificato.” Quindi nessun certificato con valore legale è necessario, tra l’altro non esiste un solo ente che lo possa fare.
Inoltre con un’abile operazione di sostituzione, lo stesso funzionario modifica il senso del Regolamento 765/2008/CE, scrivendo che tale regolamento prevede la sospensione dello svincolo della merce, mentre in realtà, c’è scritto che si sospende la possibilità di vendere il prodotto, che però deve essere consegnato all’importatore entro 3 giorni lavorativi. Il termine “svincolo” non compare nel testo del regolamento.
Non è dato conoscere le motivazioni di tale atteggiamento, se frutto di semplice ignoranza, esso è grave, se è il risultato di un’azione di copertura degli errori dei funzionari doganali e dei loro accordi con gli spedizionieri, il fatto è gravissimo.
Potremo fornire nomi e documenti se qualcuno deciderà di indagare, non possiamo pubblicare nulla per evitare denunce per calunnia.
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